L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nel disegno di legge per la concorrenza propone una sospensione temporanea o comunque una revisione completa del sistema degli appalti pubblici e del codice dei Contratti Pubblici.
Può apparire inusuale che a trattare il tema degli appalti pubblici non sia l’ANAC, ossia l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, tradizionalmente in prima linea su questi temi ma L’ACGM che istituzionalmente si occupa delle tematiche della concorrenza e della tutela del consumatore. Tuttavia, questa apparente incongruenza è facilmente spiegata dalla lettura della segnalazione contenente le proprie proposte per il disegno di legge per la concorrenza recentemente trasmessa dall’AGCM al Presidente del Consiglio dei ministri.
Consapevole dell’importanza del settore degli appalti pubblici quale volano per lo sviluppo e quale elemento pro concorrenziale, l’Autorità propone una riforma del settore degli appalti, finalizzata a modernizzare e semplificare le regole e le procedure applicabili, attraverso la previsione di misure di rilancio dell’economia e sostegno degli investimenti.
Secondo le stime della Commissione Europea il mercato degli appalti pubblici vale in media in Europa ca. 1.900 miliardi di euro/anno. L’Italia rappresenta il quarto mercato, con 172,6 mld/anno. L’incidenza sul PIL della spesa per appalti pubblici in Italia vale ca. il 10,7 %.
Le proposte dell’AGCM per la concorrenza nel settore degli affidamenti
Alla luce di tali elementi, l’Autorità individua, quindi, due ambiti su cui intervenire: i) la semplificazione del Codice dei Contratti pubblici e ii) la qualificazione delle stazioni appaltanti e degli operatori economici.
Con riferimento al primo tema (semplificazione del Codice dei Contratti Pubblici) l’Autorità propone due soluzioni: 1) una da applicare nel breve periodo e 2) l’altra da adottare in uno scenario di medio / lungo periodo.
Nel breve periodo, viene proposta la sospensione temporanea del Codice dei Contratti pubblici, andando ad introdurre una disciplina speciale per affrontare la gestione dei fondi europei provenienti dal Next Generation EU e delle opere strategiche.
Nel medio / lungo periodo viene proposta una revisione complessiva del Codice dei Contratti pubblici, finalizzata a modernizzarlo e soprattutto a semplificarlo. L’Autorità sottolinea come siano presenti all’interno del Codice delle previsioni incompatibili con la disciplina euro-unitaria e che andrebbero eliminate o modificate in senso meno restrittivo.
Il secondo tema sul quale l’Autorità ritiene necessario intervenire riguarda la specializzazione delle stazioni appaltanti e la digitalizzazione delle procedure; si tratta di strumenti già previsti dal legislatore ma che sono, allo stato, sostanzialmente inattuati.
La considerazione da cui muove l’AGCM è quella per cui spesso le distorsioni al funzionamento dei meccanismi concorrenziali conseguono non soltanto dal mancato espletamento delle gare ma dal non corretto disegno delle stesse.
Nella prospettiva di aggregare la domanda dei committenti pubblici e di aumentare l’efficienza nello svolgimento delle procedure di gara sfruttando migliori professionalità, in primo luogo, l’Autorità auspica che si possa dare completa attuazione alle disposizioni sulla qualificazione delle stazioni appaltati, la qualificazione degli operatori economici e lo sviluppo di strumenti procedurali innovativi. Sarebbe, quindi, necessario adottare il decreto di fissazione degli standard di qualità della committenza (di cui agli artt. 37 e 38 del Codice dei contratti pubblici) e andrebbero emanati i decreti di attuazione degli artt. 41 e 44 del Codice relativi alla semplificazione delle procedure svolte dalle centrali di committenza e alla digitalizzazione delle stesse.
In secondo luogo, per l’AGCM, deve essere completata la digitalizzazione degli appalti pubblici e a tal fine è necessario che tutte le informazioni inerenti ai contratti pubblici confluiscano nell’ANAC così da consentirne l’avvio definitivo di questa piattaforma digitale e la sua piena funzionalità.
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