Il Garante per la Protezione dei Dati personali, con il provvedimento n. 246 dell’8 giugno 2023, ha sanzionato per 40 mila euro un periodico per aver pubblicato scatti fotografici, che riprendevano momenti della vita privata di una persona famosa a casa propria, in violazione dei principi generali del trattamento e delle regole deontologiche sull’attività giornalistica.
La vicenda
La reclamante ha lamentato l’illecita diffusione su una rivista di immagini che la ritraevano mentre si trovava all’interno della sua abitazione e chiedeva al Garante per la Protezione dei Dati personali di vietarne l’ulteriore diffusione.
Nella segnalazione presentata al Garante veniva precisato che le fotografie ritraevano momenti di vita privata, senza il consenso della reclamante né dei soggetti immortalati, la cui acquisizione e diffusione ha determinato un’evidente violazione della sfera personale della segnalante e dei suoi ospiti.
Gli scatti, effettuati da un’auto parcheggiata in strada, rivelano un uso non corretto di “tecniche invasive” e, quindi, una raccolta di dati personali, anche strettamente privati che vìola i principi di correttezza e trasparenza.
Neanche il fatto che il personaggio sia disponibile a sottoporsi ai “riflettori mediatici”, come sostenuto dalla testata, può legittimare qualsiasi forma di raccolta e di utilizzo di dati e immagini che lo riguardano, tanto più in luoghi come l’abitazione dove è legittima l’aspettativa di riservatezza.
Non solo sono state acquisite illecitamente le immagini ma anche il loro successivo utilizzo ha violato le regole in materia di trattamento dei dati personali.
La finalità dichiarata dal titolare – realizzare uno scoop sulla relazione sentimentale tra la segnalante e l’uomo ritratto nelle fotografie – per quanto possa farsi rientrare in un tipo di informazione giornalistica di interesse pubblico (almeno per una determinata utenza), non può giustificare la compressione del diritto al rispetto della vita privata dell’interessata, pur se personaggio pubblico.
Le valutazioni del Garante
Il Garante ha ritenuto che l’utilizzo delle immagini da parte della rivista, configura un trattamento di dati personali, di natura anche strettamente privata, eccedente e tale da determinare un sacrificio della sfera privata dell’interessata non proporzionato e non giustificato rispetto alla finalità giornalistica perseguita, dunque in contrasto anche con i principi di minimizzazione dei dati (art. 5, par. 1 lett. c) del Regolamento e di “essenzialità dell’informazione” di cui all’art. 137, comma 3 del Codice e art. 6 delle Regole deontologiche.
Pertanto, il trattamento oggetto di segnalazione, sotto il profilo della raccolta dei dati e della loro diffusione, configura una violazione dei principi generali di liceità, correttezza e trasparenza nonché di minimizzazione dei dati personali di cui all’art. 5, par. 1, lett. a) e c) del Regolamento, quali poi declinati − con riferimento ai trattamenti per finalità giornalistiche − dall’art. 137, comma 3 del Codice e dalle Regole deontologiche (artt. 2, 3 e 6, comma 2), la osservanza delle quali costituisce «condizione essenziale per la liceità e correttezza del trattamento» (art. 2 quater del Codice).
La sanzione del Garante
Alla luce della gravità della violazione e tenuto conto della modalità di acquisizione dei dati personali e della natura dei dati raccolti, afferenti a momenti di vita strettamente privata svoltisi nel domicilio dell’interessata, il Garante ha sanzionato per 40 mila euro la testata giornalistica che avrebbe dovuto rispettare la legittima aspettativa di riservatezza che si gode nella propria abitazione e deve sempre valutare, caso per caso, se le foto pubblicate rispettino o meno il principio di essenzialità dell’informazione e risultino di interesse pubblico.
Questo articolo ti è stato utile?
Consulta le nostre sezioni dedicate al Regolamento 679/2016 (GDPR) e privacy e al supporto alle stazioni appaltanti. Puoi anche iscriverti alla nostra newsletter e non perdere le notizie più importanti in tema di Appalti, anticorruzione, digitalizzazione della PA e D.Lgs. 231 responsabilità delle persone giuridiche. Non preoccuparti, saremo moderati. Anche noi odiamo lo SPAM.